5 possibili motivi per cui gli utenti non interagiscono con il tuo profilo Instagram aziendale

Come aumentare il tasso d'interazione

Hai sgobbato per anni per aumentare i follower della tua pagina aziendale e ora vai molto fiero del numero che vi campeggia, eppure...

Una folla muta ti osserva senza fare nulla, mai un Like, mai una condivisione, nulla.

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Sì, certo, come già saprai non tutti vedono i tuoi post. Solo una piccola percentuale delle persone che seguono la tua pagina riceve gli aggiornamenti. Di solito Instagram mostra i tuoi post a coloro che hanno dimostrato di apprezzarli, commentandoli, condividendoli, visualizzandoli nel caso di reels e video: un motivo in più per aumentare il numero di persone che reagiscono a quello che pubblichi.

D’altra parte, se tutti vedessero tutto – tutti gli aggiornamenti di tutti quelli che seguono – che senso avrebbe fare campagne a pagamento per promuovere un post?

Il tuo tasso d’interazione com’è? Ottimo, scarsino?

Piccola parentesi di matematica:

Tasso di interazione della tua pagina = [(numero di interazioni/ numero di post) / numero di follower] x 100

Detta così fa un po’ paura, ma serve a capire che anche il numero di follower fa la differenza, perché se ne hai moltissimi tirare su il valore di questo rapporto diventa una bella sfida.

In ogni caso, se hai una pagina medio-piccola e sei intorno al 5/10% puoi ritenerti soddisfatto.

3%? Puoi fare di meglio!

Cosa stai sbagliando?

Ci sono alcuni aspetti su cui puoi lavorare per aumentare l’interazione col tuo post e mettere in moto un circolo virtuoso in cui Instagram lo premia mostrandolo a più utenti. Ecco gli errori più comuni da evitare.

1) Chi legge i tuoi post magari non li trova interessanti

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Non prendertela, non è che non sono interessanti in assoluto, forse non lo sono per i tuoi follower!
Studiare bene gli interessi e il linguaggio del tuo pubblico è molto importante per rispondere adeguatamente alle sue esigenze.

Cerca di alternare contenuti informativi di qualità, anche provenienti da altri siti purché pertinenti e utili, a contenuti più leggeri – talvolta anche scherzosi se il contesto lo permette – in modo da stimolare le condivisioni e le interazioni.

Creare delle rubriche fisse ti aiuta a non esagerare con lo stesso tipo di contenuti, ad esempio quelli promozionali. Ricorda che non stai parlando di te ma “di loro”, le persone che ti leggono; quindi, quello che scrivi deve ruotare attorno ai loro bisogni. La qualità è molto più importante della quantità.

2) Sono bruttini?

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Nel mare di input visivi che passano davanti agli occhi di un utente che scorre il feed, uno su mille ce la fa. Se il tuo post è anonimo, noioso e non colpisce lo sguardo ha poche probabilità di farsi scegliere. Realizzare una grafica accattivante e riconoscibile da utilizzare nei tuoi post ti aiuta a distinguerti. Anche la scelta delle immagini è importante per fare colpo: quelle reali funzionano meglio delle grafiche di testo perché attraggono di più l’utente e non vengono percepite come “promozionali”. Ci sono poi le live Instagram e i canali broadcast, che sono una miniera di interazioni!

3) Hai sbagliato timing

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Pubblica contenuti quando il tuo pubblico è online e ricettivo è fondamentale per aumentare le interazioni. Nella tab Insights della pagina puoi reperire i dati che ti servono per capire quando è meglio programmare i tuoi post per trovare un pubblico bello sveglio e attivo.

4) Sei stato abbastanza “furbo”?

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Ci sono diversi espedienti per far sì che i tuoi follower compiano un’azione in risposta al tuo post. In primo luogo, puoi usare l’anteprima di testo del tuo post come esca per una successiva interazione: incuriosisci con il messaggio visibile senza rivelare tutte le informazioni, in modo che l’utente sia portato a cliccare per espandere il testo e saperne di più. Idem per le immagini che possono incuriosire l’utente spingendolo a visualizzarle per intero o a scorrere sull’immagine successiva. Infine, crea dei post che spingano l’utente a reagire in qualche modo, ad esempio con domande, call-to-action, sondaggi o vere e proprie domande al tuo pubblico, che potrà rispondere nei commenti.

5) Magari hai sbagliato Social

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Ogni piattaforma social si rivolge ad un determinato target di pubblico e, se è pur vero che Istagram è abbastanza trasversale e generalista, bisogna tenere conto di tanti fattori per capire se è quello giusto per la tua audience. Tra questi fattori troviamo l’età media degli utenti, quanto tempo vi passano al giorno e il tipo di prodotto che si intende promuovere.

Partiamo da Facebook. Attualmente, a livello, globale, la fascia di età più attiva su questo social è 25-34 anni, ma si tratta della piattaforma in cui troviamo le percentuali più alte tra le fasce d’età più avanzate. Soprattutto in Italia, questa tendenza si sta accentuando. *

L’età si abbassa per Instagram, ottimo per chi vuole promuovere i propri prodotti online puntando molto sulle immagini. LinkedIn è il terzo social più usato, anch’esso molto diffuso nella fascia 24-35 anni ma impiegato per molto meno tempo durante il giorno. La sua connotazione “professionale” lo rende ottimo per promuoversi come azienda ma con un tono più istituzionale e meno personale.

Poi c’è Pinterest, frequentato soprattutto da chi cerca ispirazioni e idee e quindi perfetto per promuovere un certo tipo di prodotti, come quelli di moda, design e arredamento.

L’audience più giovane è quello di TikTok, con un’altissima percentuale di utenti anche nella fascia 12-17, a differenza dei social trattati fin qui. Social d’intrattenimento per eccellenza, oggi coinvolge sempre di più anche gli utenti fino a 35 anni e li tiene incollati allo schermo molto più a lungo degli altri social. Se il tuo prodotto è compatibile con questo mood, pensaci!

Infine, c’è YouTube, popolato da tutte le fasce d’età e regno degli Influencer, così come delle aziende che vogliono promuoversi online.

Le piattaforme non sono certo finite, ma questa è solo una panoramica per capire che la questione social per le aziende è molto più complessa di “aprire un profilo Instagram”.

* Fonte We Are Social

Ma non vale certo la pena di lasciarsi scoraggiare, visto che è proprio in questa giungla che puoi trovare il tuo prossimo cliente. Se serve un aiutino noi ci siamo!

Copywriter dal 2015 o forse da una vita precedente, divoratrice di libri e affascinata dalle parole, in qualunque lingua. Vive la vita un'ansia alla volta, con una penna in mano come amuleto contro la noia.