Intelligenza artificiale applicata alla scrittura

La nostra opinione (non richiesta)

Solo qualche anno fa nessuno di noi avrebbe immaginato che i software di scrittura AI avrebbero invaso completamente la nostra quotidianità.

Il dibattito sull’intelligenza artificiale che sarà in grado di sostituire alcune figure nel mondo del marketing in realtà è al centro dell’attenzione di diverse community già da qualche anno.

I detrattori dell’AI sono abbastanza convinti che questa vada in qualche modo bloccata poiché rischia di togliere il lavoro a molte figure professionali che si occupano di contenuti creativi.

Può davvero l’intelligenza artificiale sostituire i copywriter?

Cos'è l'intelligenza artificiale

Partiamo da una definizione semplice per capire il contesto nel quale ci stiamo muovendo.
Abbiamo quindi chiesto a Google cos’è l’intelligenza artificiale e il primo risultato di ricerca al momento della redazione di questo articolo è di Wikipedia che afferma a grandi linee che si tratta dell’abilità di una macchina di mostrare capacità tipicamente umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività.

L'Intelligenza artificiale ha trovato il suo ambito di applicazione nel settore del content marketing e sembra si stia affermando come alternativa alla realizzazione di contenuti da utilizzare nell’ambito di strategie di digital marketing.

Software di scrittura basati sull'intelligenza artificale: come funzionano

Per rispondere a questa domanda dobbiamo scomodare addirittura lo studio della linguistica i cui esponenti hanno elaborato il concetto di: natural language processing.
Con questo approccio si esprime la capacità di comprendere il linguaggio naturale sia scritto sia parlato, da parte delle macchine, anche in base ai contesti nei quali le parole sono usate.

natural_language_processing

La logica del NLP consente di analizzare la struttura di un testo, associarlo a categorie e creare relazioni sintattiche e semantiche; quello che in pratica fa il nostro cervello quando scriviamo o parliamo, solo che noi non ce ne rendiamo conto.

L’obiettivo dello studio del natural language processing è quello di dotare i sistemi informatici di conoscenze linguistiche al fine di supportare l’uomo nella traduzione di testi, gestione dei documenti, creazione dei contenuti.
I software per la generazione di testi si avvicinano quindi al linguaggio naturale umano incrementando la velocità di scrittura.

Velocità di scrittura significa minor tempo da dedicare alla stesura di un testo. Come accade per ogni nuova tecnologia, più tempo a disposizione vuol dire più produttività.

Ma attenzione, non è ancora tempo di festeggiare.
Non è stato ancora trovato il modo per lavorare meno e guadagnare di più.
L’AI è ricca di limiti che soprattutto applicata in alcuni contesti rischia di generare effetti disastrosi.

Limiti dell’intelligenza artificiale: dall’instabilità dei dati alla veridicità delle fonti da cui attinge.

Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Cambridge e dell’Università di Oslo ha dimostrato che l’intelligenza artificiale, presenta un limite che può essere associato ad un paradosso della matematica.

Il problema principale riguarda l’instabilità delle reti di apprendimento con le quali sono progettate.

immagina_danni[1]

Lo studio ha dimostrato che una lieve modifica negli input, intesi come informazioni in ingresso, possa comportare stravolgimenti negli output, intesi come risposte da parte del sistema.
È stato dimostrato come un cambiamento impercettibile all'occhio umano in immagini di natura medica possa comportare diagnosi sbagliate nel 100% dei casi.

Immaginate i danni.

Ma non è tutto.

Il dibattito ha ovviamente interessato anche i colossi del settore dell’informatica, tra tutti Google il quale se da un lato sorride benevolmente a questi nuovi sistemi di intelligenza artificiale (è stato tra i primi a investire nei software di deep learning) comprendendone le potenzialità, dall’altro teme che questi sistemi incrementino la circolazione delle fake news e dei contenuti in rete che non siano di qualità.

La posizione di BIG G. nei confronti dell’intelligenza artificiale

La recente decisione di Google di individuare e punire i contenuti scritti dall'intelligenza artificiale sta avendo un forte impatto sul modo in cui le aziende utilizzano questi sistemi per generare contenuti. In passato, infatti, molte aziende hanno utilizzato l’AI per generare grandi quantità di contenuti in modo veloce ed economico.

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Il motore di ricerca più utilizzato al mondo lavora costantemente per migliorare i propri algoritmi in modo da individuare e penalizzare i siti che generano contenuti che non sono in linea con le proprie linee guida.

Il fatto quindi che Google sia in grado di individuare e penalizzare i contenuti scritti dall’intelligenza artificiale è certo.

Google è alla ricerca di contenuti scritti dall'intelligenza artificiale nel tentativo di individuare e punire coloro che li utilizzano. Il gigante dei motori di ricerca ha aggiornato le sue politiche dichiarando che prenderà provvedimenti contro i siti che "si impegnano in pratiche ingannevoli" pubblicando contenuti "sintetici o manipolati".

Questo tipo di contenuti è spesso progettato per posizionarsi in alto nei risultati di ricerca, ma non ha la stessa qualità dei contenuti scritti manualmente e senza un occhio critico umano che sappia rielaborarlo e verificare la veridicità delle fonti e delle informazioni, la “punizione” potrebbe essere addirittura la rimozione permanente del dominio dai risultati di ricerca.

In conclusione, la tecnologia supera l’uomo? No, ma tiene il passo alla grande! La nostra sfida come creativi è quella di accompagnare questo cambiamento per trarne solo il meglio.

Classe 1987, napoletana. Crede che Larry Page sia un'entità sovrannaturale ed è devota alla sacra religione dell'ottimizzazione. SEO Specialist per ossessione appassionata di scrittura (e di birra) per evasione.